Relitto della Nave a Cala dell’Acqua

Nel dicembre del 1974, una data destinata a rimanere impressa nella memoria di Ponza per sempre. Giovanni, allora Responsabile della Produzione presso la Miniera, ricorda vividamente quella notte fatidica, quando il destino dell’isola fu segnato dal naufragio della nave della miniera a Cala dell’Acqua.

L’inverno aveva stretto la sua morsa sull’isola, e il mare minacciava tempesta. Il porto della Miniera, esposto ai venti di ponente e maestrale, era un luogo pericoloso in quelle condizioni. Giovanni, insieme a Antonio Di Meglio, responsabile delle manovre di attracco, comprese il pericolo imminente e consigliò all’equipaggio della nave di staccare gli ormeggi e allontanarsi dalla banchina.

Le loro raccomandazioni furono accolte, ma la tragedia era già in agguato. Mentre la nave tentava di lasciare il porto, qualcosa andò terribilmente storto. I motori si fermarono improvvisamente, lasciando la nave alla mercé delle onde e del vento, provocando danni devastanti.

La parte distale del pontile fu coinvolta nell’urto, ma la sua intera struttura divenne instabile. La nave rimase bloccata, semi-sommersa per giorni, mentre veniva progressivamente spogliata di tutto ciò che poteva contenere di valore. Alla fine, il mare reclamò il relitto, che fù sommersa definitivamente nelle acque poco profonde di Cala dell’Acqua.

Le cause esatte del naufragio rimangono avvolte nel mistero. Si è parlato di motori che si sono fermati per motivi mai chiariti, lasciando spazio a speculazioni e teorie. Ma una cosa è certa: quella notte, Ponza perse una parte di sé stessa, mentre la nave della miniera giace tuttora sul fondale, un simbolo tangibile delle sfide e dei pericoli che la vita sull’isola comporta.

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Tag: Cala dell'Acqua, Immersioni, relitto